Comunicare Senza Vedere, Sentire né Parlare

Di Sara Carboni


La Lega del Filo d’Oro è una ONLUS fondata nel 1964 ad Osimo (Ancona), dove ancora oggi ha la sua sede principale, da Sabina Santilli, sordocieca e da un gruppo di volontari che aveva come obiettivo
aiutare e sostenere le persone sordocieche. Ad oggi l’associazione si è allargata e ha aperto altre sedi in 8 regioni d’Italia, con centri anche in grandi città come Napoli, Roma e Padova. L’organizzazione, composta da operatori specializzati, educatori, volontari e staff medico, si adopera ogni giorno per portare supporto a chi non vede e non sente e alle loro famiglie, per iniziare percorsi personalizzati in base alle esigenze dei singoli utenti, per offrire consulenze, per diffondere informazione e sensibilizzazione.

La missione è svolgere quelle attività di assistenza e sostegno volte a creare un “filo prezioso che unisce le persone sordocieche con il mondo esterno”, a liberarle dal buio e silenzioso isolamento in cui si trovano e ad insegnare a loro e alle loro famiglie come condurre una vita autonomamente e serenamente.

Sordocecità e Sindromi

In Italia, secondo i dati dello studio condotto insieme all’ISTAT, sono 189 mila le persone sordocieche: un numero molto alto, che rischia di aumentare. La sordocecità è una combinazione della perdita, totale o parziale, della vista e dell’udito che impedisce di svolgere le normali funzioni della vita quotidiana. Quando oltre al deficit visivo o uditivo sono presenti altre minorazioni (come motorie, intellettive, danni neurologici, malformazioni scheletriche, ecc.) si ha una pluriminorazione psicosensoriale. Nei centri della Lega del Filo d’Oro si trovano persone di tutte le età e alcune di loro sono affette da malattie rare come la sindrome di Usher e la sindrome di Charge. La Lega del Filo d’Oro è diventata il punto di riferimento per la pluridisabilità psicosensoriale, un polo di alta specializzazione che ospita ogni anno sempre più bambini, giovani e adulti con più minorazioni.

Continua a leggere

Scambio casa: istruzioni per l’uso – Il Fatto Quotidiano

Che la si consideri come la peggiore delle cose che poteva capitare, sia che, più idealmente, si riesca a vederla come una opportunità per far uscire fuori il potenziale inespresso di persone e di situazioni, la crisi economica è ormai una costante della nostra vita.

Influenza le scelte d’acquisto, orienta i consumi, ci spinge a vivere al risparmio, soprattutto su quello che consideriamo non strettamente necessario.

Il bene considerato primario, la casa (secondo l’ultima rilevazione Istat in Italia 7 famiglie su 10 vivono in case di proprietà), da sogno della vita e investimento sicuro – il famoso ‘mattone’- sembra essersi trasformato improvvisamente in una pesante zavorra, legata com’è a doppio filo con tutti i nuovi balzelli da pagare (vedere alle voci: Imu, bollette, tasse sui rifiuti).

Parlare di viaggi in questo scenario potrebbe forse apparire fuori luogo, lontano dalle possibilità che ciascuno di noi, anche quelli che qualche viaggio in più potevano permetterselo fino a solo pochi anni fa, si trova ad avere.

Eppure il viaggio è una delle poche cose che possiamo comprare e ci arricchisce davvero. E infatti i viaggi restano al primo posto tra le esperienze irrinunciabili di noi italiani, anche in tempo di crisi. E, non so dirti se spinti dall’ingegno o finalmente aperti a vedere cosa succede oltre le Alpi, anche noi italiani stiamo scoprendo nuove possibilità per trarre il massimo dalle risorse che abbiamo a disposizione, casa compresa.

Anche da noi è infatti (finalmente) esploso lo scambio casa, un modo economico, sociale e partecipativo di viaggiare, nato nei lontani anni ’50 in Europa, per iniziativa di un gruppo di insegnanti alla ricerca del modo per fare delle lunghe vacanze a budget ridotto, sfruttando la propria rete di amici in diversi Paesi.

A quell’epoca gli scambi casa avvenivano forse sul filo di lunghe telefonate, scambi di lettere, invio di fotografie di cui si doveva attendere la stampa per giorni, ma funzionavano e hanno portato oggi alla nascita di portali online per lo scambio casa tra viaggiatori o semplici vacanzieri.

Tu mi dai la tua casa a Parigi e vieni nella mia a Roma, con uno scambio reciproco gratuito. Nel budget di viaggio, il costo per l’alloggio è azzerato e si può risparmiare anche sul mangiare.

Non solo. La maggior parte dei servizi online di home exchange, o scambio casa, offrono anche altre possibilità: scambi di qualsiasi spazio (dai camper ai bungalow, dalle stanze nei castelli alla villa a Bali), scambi non simultanei, possibilità di affittare per brevi periodi dimore da sogno. E naturalmente di affittare anche per brevi periodi a nostra volta.

Certo, il nostro non è un vero cambiamento culturale, ma più una scelta dettata dalle contingenze che lasciano poche alternative, e per questo mi sembra quasi di percepire il tuo scetticismo e la tua paura di ritrovarti in una casa da incubo e di aver lasciato la tua a un’orda di barbari.

Rifletti un attimo: nel mondo, da decine di anni, le persone viaggiano risparmiando e ottimizzando le proprie risorse e lo scambio casa è un fenomeno in crescita, sempre più curato e garantito nei minimi dettagli dai portali internazionali che si occupano proprio di questo.

Per chi vuole lanciarsi in questa nuova esperienza e approfondire l’argomento, consiglio “Scambio casa. Istruzioni per l’uso”, una guida allo scambio casa scritta da una coppia italiana, Vanessa Strizzi e Andrea Villarin, edita nel 2011 da Quodlibet.

di Marta Coccoluto

via: Scambio casa: istruzioni per l’uso – Il Fatto Quotidiano.

Scontro di civiltà al Cairo

Italiano: Il Presidente della Repubblica Itali...

Preparate i popcorn,  al Cairo va in onda un sanguinoso scontro di culture in diretta worldwide full effect.

In Egitto, caposaldo del nord africa, la spinta della rivoluzione araba degli anni scorsi non ha ceduto alloblio che sembra averne frenato la carica in Libia, come in Tunisia ed altrove, dove dai tiranni si è passati allimposizione dogmatica di forze religiose medievali. Anche in Egitto stava succedendo, ma la gente non sè fatta fregare come altrove, dove è stata scippata loro la rivoluzione e le cacciate dei dittatori. In Egitto sono in troppi ad aver assaggiato la cultura, il benessere e la civiltà e non ci stavano a tenersi un altro Mubarak per giunta condito in salsa pesantemente islamica.

A Il Cairo si affrontano nel sangue da una parte la civiltà moderna di giovani informati che chiedono Democrazia, Diritti, Libertà, Laicità, Luce, Vita. Dallaltra vi è il dogma religioso medievale dei fratelli musulmani, ovvero larretratezza, lignoranza, linvoluzione, la negazione dei diritti, il trapassato remoto, il buio.

Io faccio il tifo per i primi.

Il medioriente è ormai in mano ai fondamentalisti islamici, così come gran parte dellAfrica centrale ed anche il sud est asiatico, il tutto è avvenuto senza quasi renderci conto, negli ultimi 30 anni.

Ora questi sono arrivati alle porte deuropa. Prendiamo atto anche noi “progressisti” che lintegrazione interculturale è fallita, prendiamo atto che questi sono anni luce dalla civiltà ed il loro livello culturale è ben distante dai canoni che hanno portato al pianeta benessere e sviluppo negli ultimi 150 anni.

Basta buonismi, basta tolleranze oltremisura in nome del petrolio, ad ognuno il proprio livello di civiltà, senza tollerare mai piu invasioni di campo di nessun genere ma difendendo civiltà e benessere acquisiti con sforzo e sacrificio.

 Pasquale Caterisano.

COME NON PAGARE ICI IMU

null

1- ANDARE AL CATASTO

2- CAMBIATE LA CATEGORIA CATASTALE DELLA VOSTRA ABITAZIONE PER POTER BENEFICIARE DELL’ESENZIONE ICI IN :

B7 = Cappelle ed oratori non destinati all’esercizio pubblico del culto

O

E7 = Fabbricati destinati all’esercizio pubblico dei culti

3- DA ABITAZIONE A LUOGO DI CULTO PRIVATO O PUBBLICO DEL DIO SOLE

4- AL POSTO DEL CAMINO FABBRICARE UN PICCOLO CAMPANILE CON BATOCCHIO A BANANA

5- CREARE UN PALCO CON ALTARE DEVOZIONE

6- ATTENDERE I VIGILI SULL’ALTARE PER VERIFICA CATEGORIA E DESTINAZIONE D’USO

AMEN

Viaggi solidali, due campi di lavoro in Africa. Si aiutano bambini disabili e si fanno mattoni – Repubblica.it

Tutto avviene in villaggi della Tanzania, in zone di incredibile bellezza e lontane centinaia di chilometri dal primo aeroporto. Una vacanza unica, sicuramente indimenticabile, soprattutto utile e solidale.

Trasformare una vacanza in un’esperienza di vita, aiutando i volontari di Wanging’ombe 1. E’ la proposta

di Comunità solidali nel mondo Onlus 2 e dell’Associazione di volontariato Gondwana 3, che hanno  creato una prima rete di assistenza per i bambini disabili e le loro famiglie e si preparano ad allargare l’esperienza ai villaggi circostanti. Meta di queste originali e sicuramente indimenticabili vacanze è Wanging’ombe, in Tanzania, a 700 chilometri dal più vicino aeroporto. Si tratta di due proposte per un’estate solidale e non convenzionale.

Continua a leggere