Ecco perchè Renzi non taglia gli sprechi

Di Carlo Stagnaro

Perché nessuno riesce a tagliare la spesa?

La domanda è molto seria. Quello guidato da Renzi è il terzo governo di fila – dopo quelli di Letta e Monti – ad avere la disciplina di bilancio come principale obiettivo. Questi governi, sulla carta, avevano ogni crisma per riuscire nella missione. Eppure, tutti hanno finito per perseguire l’equilibrio di bilancio attraverso artifici di corto respiro, che vanno dall’aumento delle imposte al mero rinvio di spese che, comunque, prima o poi dovranno essere sostenute. Nella migliore delle ipotesi, si è riusciti a frenare l’aumento delle uscite, o a implementare modesti tagli lineari che si sono ribaltati indirettamente sui contribuenti attraverso la riduzione del servizio erogato, anziché il miglioramento dell’efficienza produttiva (è esemplare, in questo senso, il caso del trasporto pubblico locale). Perfino Renzi, che pure non difetta spavalderia e determinazione, come ha dimostrato nel durissimo scontro coi sindacati sul Jobs Act, su questo fronte sembra timido, e sembra puntare piuttosto ad alleggerire i vincoli europei.

Ciascuno degli ultimi tre governi può essere criticato da molti punti di vista, ma un fallimento sistematico non può essere spiegato unicamente dai limiti politici o tecnici di ciascun esecutivo. Bisogna trovare una interpretazione più convincente. La risposta breve è che non si riesce a tagliare la spesa perché i gruppi di pressione che della spesa pubblica sono i beneficiari sono potentissimi, e hanno capito che è nell’interesse di ciascuno coalizzarsi con gli altri per difendere lo status quo nel suo complesso, piuttosto che ognuno la sua nicchia.

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Debito pubblico “for dummies”

Il debito pubblico va ridotto, diminuito, se possibile azzerato. Con il buonsenso, con l’intelligenza e con la riduzione degli sprechi. Non credete a chi vi dice in maniera molto ideologica e fuori dalla realtà, che il debito non andrebbe pagato.

Il debito pubblico, duemilioni duemila miliardi di euro, fa si che trimestralmente, noi tutti paghiamo (tramite le tasse) per i soli interessi ai finanziatori (i risparmiatori che lo comprano) una cifra enorme pari a dei costi che ormai sono diventati insostenibili, ovvero fino a cento miliardi l’anno nella peggiore delle ipotesi. Dunque debito che produce altro debito e il prelievo fiscale (tasse) non basta più per sostenere questa partita di giro che ci sta ormai strozzando.

Come fare per risolvere definitivamente la questione? appunto togliendo questo debito. Come fare? riducendo i costi e il risparmio ottenuto, lo si destina alla riduzione del debito, in maniera tale da pagare di volta in volta sempre meno interessi.

Dove si prendono questi soldi? ovvero come si risparmia sui costi? In Italia la spesa pubblica è di circa 800 miliardi di euro, 300 dei quali sono stimati in eccesso, ovvero, costi che servono a mentenere lo status quo di chi vive di sussidi, ovvero SPRECHI, ovvero pensioni d’oro, auto blu, spese gonfiate e privilegi vari ad ogni livello, in piu ci sono i costi della politica, enti ed istituzioni inutili: province, comunità montane ecc. ecco questi costi vanno tagliati subito ed il risparmio destinato alla riduzione del debito.

Poi si dovrebbe dare nuovo impulso all’economia con una serie di sgravi fiscali per le PMI e per i redditi medio bassi, cosa che a sua volta produrre nuovi posti di lavoro, generando di nuovo prodotto interno lordo e quindi ricchezza implicita attraverso le nuove risorse sotto forma di nuovo gettito fiscale.

Capitolo beni del patrimonio statale. Lo stato possiede beni di cui non usufruisce (demanio, caserme dismesse ecc.) ovvero non funzionali alle proprie attività amministrative , per circa altri 800 miliardi di euro. Questi beni andrebbero messi in vendita al miglior offerente con base d’asta a prezzi di mercato; oppure posti in un fondo immobiliare pubblico delle quali si immetterebbero sul mercato azionario ed obbligazionario le relative quote, generando così denaro da destinare alla riduzione del debito.

Così facendo in poco tempo potremmo letteralmente piu che dimezzare il nostro debito, a quel punto:

1) non subiremmo piu gli attacchi speculativi della finanza internazionale sul nostro debito.
2) metteremmo “in vendita” i nostri BOT, CCT ecc. a interessi molto inferiori, risparmiano denaro.
3) potremmo iniziare ad abbassare le tasse, (che ricordiamolo sono le piu alte del mondo), generando valore implicito in busta paga e nelle tasche degli italiani, che riprenderebbero a spendere l’extra ottenuto, contribuendo a far ripartire l’economia.

Altresì nel prosieguo, si dovrebbe intervenire col blocco delle assunzioni del pubblico impiego, stimato in eccesso, a causa delle clientele del voto di scambio e della collusione in generale con la politica, per circa un milione di addetti. Nel tempo (5 anni) si risparmierebbero altri cento miliardi e passa.

Stessa cosa si potrebbe fare commissariando le regioni indebitate dalla spesa sanitaria allegra, utilizzando la centrale nazionale acquisti anche per la sanità. Altri cento miliardi risparmiati. E così via.

Per raggiungere questo obiettivo ci vuole serietà, buonsenso, applicazione.

La situazione attuale, ricordiamola è stata generata da 60 anni di politiche economiche cialtrone e colluse col voto clientelare.

Una piccola percentuale di italiani onesti che paga tutte le tasse, contribuisce da sola a sostenere una massa enorme di furbi che vivono succhiando risorse agli altri.

Adesso basta, ma per davvero.

Pasquale Caterisano

Oggi è il BTP-Day. Non cascateci, non fatevi abbindolare.

Oggi le banche italiane offrono i BTP senza commissioni.

Secondo voi perchè lo fanno? di certo NON per farvi un favore, ma per farlo a loro. Forse vogliono girarvi potenziale carta straccia prima del probabile fallimento. Attenti. Non fatevi fregare ancora una volta come con i titoli argentini e Parmalat.

Il mio consiglio (totalmente disinteressato e gratuito) è quello di prelevare qualsiasi tipo di risparmio dalla propria banca, cambiando nel contempo la valuta in dollari o franchi svizzeri. Altresì non lasciate contanti, oro o titoli nelle cassette di sicurezza.

Uomo avvisato…

Debito pubblico record a maggio: 1827,1 miliardi

DALLA FINE DEL 2009 IL VALORE È SALITO DI 65,8 MILIARDI
Bankitalia: è aumentato di 15 miliardi rispetto al mese di aprile. Sale il gettito fiscale

MILANO – Il debito pubblico italiano sale a maggio e tocca i 1.827,1 miliardi di euro, aumentando di 15 miliardi rispetto al mese precedente e raggiungendo un nuovo record in valori assoluti. Dalla fine del 2009 il valore del debito italiano è salito di 65,8 miliardi, segnando un incremento del 3,7%. È quanto riporta il supplemento Finanza Pubblica al bollettino statistico della Banca d’Italia. Ad aprile il debito si era attestato a 1.812,8 miliardi segnando già un incremento rispetto ai 1.797,7 miliardi del mese precedente.

RALLENTA IL CALO DELLE ENTRATE FISCALI – Tra gennaio e maggio, sempre secondo i dati forniti da Bankitalia, rallenta il calo delle entrate fiscali. Il gettito tributario ha segnato una contrazione dell’1,3%, riducendo la flessione che nei primi 4 mesi era stata dell’1,8%. È quanto emerge dai dati pubblicati dal supplemento Finanza Pubblica del Bollettino Statistico di Palazzo Koch. A maggio – al netto dei fondi speciali per la riscossione, cioè del gettito incassato ma non contabilizzato, il gettito mostra un incremento dello 0,7%: gli incassi contabilizzati ammontano a 28.239 milioni contro i 28.035 dello stesso mese del 2009.