La RC auto come strumento di lead generation

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Nel suo essere obbligatoria, la polizza RC Auto è considerata a piena ragione una cosidetta commodity, ovvero una polizza di massa per tutti.

Nonostante quello che tutti dicono, attestando se stessi come dei grandi consulenti, l’ottanta per cento delle agenzie italiane tradizionali, ha il grosso del portafoglio in polizze auto.

Ora, il 31/12 /2016, ovvero qualche decina di giorni fa, hanno chiuso baracca centinaia di colleghi, solo che nessuno lo dice per scongiurare il diffondersi della paura.

Le compagnie online ed i comparatori diventano sempre più grandi ed efficenti e la “commodity” rc auto fa chiudere le agenzie dinosaure.

Come si evince dunque, queste cose succedono.

Fra due/tre anni ci saranno centinaia e centinaia di milioni di euro di RC auto che fluttueranno liberalizzati dal mercato e dalla libera concorrenza. Ma le polizze auto sono gli esseri umani che le comprano e quindi prospect.

Chi sarà bravo ad intercettare questo mercato fluttuante, farà il boom di portafogli ed incassi. Chi sarà ancora più bravo per aver capito che questi possono anche essere fidelizzati con operazioni di up-selling e cross-selling, avrà una chance davvero enorme di incrementare anche il proprio portafoglio clienti rami elementari utilizzando la commodity rc auto come driver di leads per vendite di altri prodotti a maggiore redditività.

Ma dove si intercetta questo mercato? e come?

…indovinate.

Pasquale Caterisano

SEO vs. SMM=SMM wins!

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Chi oggi, consulente, agenzia o semplice “esperto” di web che da consigli (a pagamento o meno) in giro su blog o altro, puntando al solo web marketing generico derivante da SEO, SEM e AdWords, a mio avviso sbaglia e pure parecchio.

SEO e SEM da soli sono ormai roba che andava bene forse fino a due/tre anni fa, oggi purtroppo non è più così.
Gli incredibili e velocissimi cambiamenti in corso da parte di Google per adeguarsi ai vari social network ed i suoi relativi enormi aggiustamenti continui ai propri algoritmi di ricerca, fanno si che oggi tutte le tecniche SEO imparate in anni ed anni di duro apprendimento non servano quasi più a niente.

Nella lista di seguito provo a elencare alcuni dei motivi:

  • Google ora indicizza solo siti responsive e da spazio ai primi posti alle news
  • I tag nelle “Head” non servono più a nulla perchè vengono ignorati dagli spider
  • AdWords costa fino a 20 volte tanto in più rispetto al adv via social network a parità di chiave/tag
  • AdWords non ha nemmeno un 20simo del potenziale di targettizzazione di facebook ads
  • Le ricerche via web per questo sono crollate e con loro le visualizzazione di banner di AdWords (difatti anche Analytics ormai non fa più vedere alcuni dati forse per evidente imbarazzo del crollo dei numeri)
  • Quasi l’80% del traffico ai siti viene confluito dai social network, senza social niente traffico, ergo inutile ottimizzare SEO per Google quando poi i motori stessi usano i social, inoltre vediamo quanto poco ha funzionato Google+ stesso.
  • In giro ci sono parecchie app/bot/istruzioni che scaricano i banner pubblicitari di chiunque con dei click in automatico che vengono usati illegalmente da moltissimi operatori di guerrilla marketing contro la concorrenza.
  • Quasi tutti ormai hanno installato un AdBlocker sul proprio browser
  • Se oggi un sito qualsiasi non è zeppo e densissimo di veri contenuti originali e superottimizzato tecnologicamente, non riuscirà mai a salire la SERP di Google con i filtri Penguin e Panda, ergo addio a link building, al Pagerank ecc.
  • Infine…qualcuno vi ha mai messo a conoscenza dei “wrapper” dei social network che ormai imbavagliano il web senza portargli più nessun traffico??

    …eppure ce li avete installati tutti sul vostro smartphone!

Attenzione dunque ai molti espertoni che ancora oggi si fanno pagare lautamente per “posizionamento” ed altro similare. Chi oggi consiglia e/o fa corsi e consulenza solamente relativa SEO e SEM come panacea di tutti i mali dei vari siti con poco o zero traffico, è davvero fuori target, quando non in alcuni casi, in vera e propria malafede.

Pasquale Caterisano

Il web e social media marketing online per gli assicuratori come ancora di salvezza in un mondo delle assicurazioni che cambia inesorabilmente

social media marketing assicurazioni

Nell’attuale fase di enorme cambiamento nella distribuzione assicurativa, settore notoriamente poco incline all’innovazione, si sta affacciando sul mercato una vera e propria rivoluzione dettata dalla tecnologia via web. Nei prossimi anni il modello distributivo basato solo sulle agenzie assicurative tradizionali sarà messo in forte crisi; già da alcuni anni si stanno verificando migliaia di chiusure di agenzie (circa 4.500 dal 2007 ad oggi) di piccole dimensioni e gestite a livello familiare senza innovazione nel servizio e si presume che nel prossimo decennio saranno più del doppio a dover fare la stessa fine.

Il mercato delle assicurazioni integrate col web è in Italia ancora agli albori e coperto per il solo 10% del totale, contro il 25/35% degli altri paesi europei evoluti. Si tratta di un settore (quello delle sole assicurazioni online) che a regime (7-10 anni) avrà la quota di mercato di circa 10 miliardi di euro l’anno; quota che verrà sottratta agli agenti.

C’è un solo modo per andare contro questo triste destino per moltissimi assicuratori ed è quello di intraprendere il cammino verso la digitalizzazione integrale, ovvero non solo strumenti tecnologici in agenzia e uso massivo dei software forniti dalle compagnie, ma anche ed in special modo cambiare la mentalità ed il processo di vendita, che essendo vecchio di perlomeno 100 anni, va assolutamente integrato con le nuove metodologie che sfruttano il cosidetto “web marketing”, per vedere il web non solo come un concorrente, ma come un alleato nella fase del processo di emancipazione e della possibile salvezza dallo tsunami ormai in arrivo.

Pasquale Caterisano                                                                                                            www.AssicuratoriDigitali.it 

(Fonte: studi IVASS).

La pubblicità del futuro si chiama Web Marketing

La televisione è uno strumento che invecchia, come i telespettatori che la guardano.

Negli Stati Uniti l’età media degli spettatori ha ormai raggiunto i 50 anni, ma si tratta di un target che non risulta interessante per parecchie aziende.
Di qui la necessità di indirizzare altrove l’investimento pubblicitario.

Oggi, a differenza di qualche anno fa, ognuno di noi ha la possibilità di scegliere il proprio intrattenimento e in particolar modo i giovani preferiscono media più attivi, come Internet, i social network, i videogiochi.

Negli Stati Uniti spopola TiVo, una televisione che consente agli utenti di scaricare in anticipo i programmi preferiti e vederli in qualunque momento, senza la pubblicità.

In Italia il fenomeno non è ancora così accentuato, ma che i giovani preferiscano il Web alla Tv e che ci trascorrano più tempo è un dato ufficiale.
Le reti satellitari mostrano un po’ più di dinamismo, ma in generale l’interesse per la scatola televisiva sta scemando e i big player se ne sono accorti: un esempio tra tanti è quello di Sony che ha incorporato YouTube come uno dei canali ai quali si può accedere attraverso il telecomando.

Su YouTube, però, non è certo facile far girare il classico “spottone”, noioso e autocelebrativo, non lo guarderebbe nessuno.
E’ necessario creare contenuti originali, marketing innovativo, non convenzionale, virale.

Ci vogliono idee nuove. Più inventiva, più originalità e, questa è la buona notizia per le aziende, minori investimenti.
In una situazione economica difficile come quella attuale e con la necessità di ridurre gli investimenti in comunicazione, il Web potrebbe essere la risposta che soddisfa ogni esigenza. (Articolo originale di Pamela Ferrara)