Da gennaio a oggi si sono moltiplicate le contestazioni popolari contro il premier. Per evitare le urla ieri ha lasciato la chiesa di Santa Maria degli Angeli dalla sacrestia
di FILIPPO CECCARELLI
Quando i fischi diventano la musica del potere, come minimo quel potere non gode buona salute, come massimo è in serio pericolo.
C’è poco da spiegare che si tratta di contestazioni organizzate. Certo che lo sono, ci mancherebbe. I berlusconiani lo sanno molto bene. Appresso a Prodi, durante il suo breve governo, mandavano regolarmente squadrette di fischiatori. Ma come avvenne in quel caso, il fischio si fa interessante quando ai contestatori si aggiungono i cittadini qualunque, i passanti, i turisti; e allora quel rumore di fondo, con le dovute variazioni di buuu e improperi, segnalano comunque un evento che si colloca tra la fine dell’incantesimo e l’inizio del disfacimento.
Ieri l’indice sonoro d’impopolarità berlusconiana, con tanto di dribbling della folla attraverso l’uscita posteriore della michelangiolesca Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, è salito ben sopra il livello di guardia; e tanto più se si considerano i pregressi fischi e la notevole serie di episodi, per lo più spontanei, ma certo poco simpatici nei confronti del Cavaliere, che con qualche acribia si sono registrati a partire dall’inizio di questo per lui ingrato 2011.
E dunque il 18 di gennaio, mentre Berlusconi sta andando da Napolitano per parlare del 150° e del Rubygate, a piazza del Quirinale una piccola folla nota l’auto del presidente del Consiglio e “si lascia andare – secondo l’espressione di un notiziario Rai – a qualche fischio”. Otto giorni dopo, sotto Palazzo Chigi, un classico del repertorio berlusconiano,
Continua a leggere →
Pubblica quest'articolo su:
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...