I disastrosi effetti del processo breve

di WALTER GALBIATI

Una miscela esplosiva in grado di distruggere la macchina della giustizia. Il combinato tra prescrizione breve e processo breve, gli ultimi due conigli estratti dal cilindro magico del legislatore italiano, sono un capolavoro a favore di chi è incensurato e dei colletti bianchi che in genere si macchiano di quei reati i cui tempi di prescrizione sono in media al di sotto dei dieci anni, ma i cui effetti sono tra i più odiosi per la comunità. Un popolo vasto che vede tra i suoi componenti soprattutto politici, faccendieri, truffatori, in genere chi dilapida il denaro pubblico, svena le aziende e lascia in braghe di tela i consumatori.

La prescrizione, che colpisce secondo l’Anm 150 mila processi l’anno (e con la riforma questa cifra rischia di raddoppiare), oggi si calcola aggiungendo alla pena massima un ulteriore quarto, per cui se la pena è di otto anni, più un quarto diventa 10 anni. Con il nuovo testo, invece di un quarto si deve aggiungere un sesto. Il che significa che per quei reati la cui prescrizione è già breve, lo sconto sarà minimo, mentre aumenterà per quei reati la cui pena è maggiore. Sconto che ovviamente verrà concesso a tutti gli incensurati dall’entrata in vigore del testo. Ne beneficeranno quindi dallo stupratore, preso per la prima volta, che con gli aggravanti può arrivare fino a 10 anni al rapinatore che usa le armi (fino a 20 anni), ma anche il bancarottiere (fino a 15 anni) o chi turba i mercati finanziari (12 anni).

Addio ai bagni di folla Silvio scopre l’ira della piazza

Da gennaio a oggi si sono moltiplicate le contestazioni popolari contro il premier. Per evitare le urla ieri ha lasciato la chiesa di Santa Maria degli Angeli dalla sacrestia

di FILIPPO CECCARELLI

Quando i fischi diventano la musica del potere, come minimo quel potere non gode buona salute, come massimo è in serio pericolo.

C’è poco da spiegare che si tratta di contestazioni organizzate. Certo che lo sono, ci mancherebbe. I berlusconiani lo sanno molto bene. Appresso a Prodi, durante il suo breve governo, mandavano regolarmente squadrette di fischiatori. Ma come avvenne in quel caso, il fischio si fa interessante quando ai contestatori si aggiungono i cittadini qualunque, i passanti, i turisti; e allora quel rumore di fondo, con le dovute variazioni di buuu e improperi, segnalano comunque un evento che si colloca tra la fine dell’incantesimo e l’inizio del disfacimento.

Ieri l’indice sonoro d’impopolarità berlusconiana, con tanto di dribbling della folla attraverso l’uscita posteriore della michelangiolesca Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, è salito ben sopra il livello di guardia; e tanto più se si considerano i pregressi fischi e la notevole serie di episodi, per lo più spontanei, ma certo poco simpatici nei confronti del Cavaliere, che con qualche acribia si sono registrati a partire dall’inizio di questo per lui ingrato 2011.

E dunque il 18 di gennaio, mentre Berlusconi sta andando da Napolitano per parlare del 150° e del Rubygate, a piazza del Quirinale una piccola folla nota l’auto del presidente del Consiglio e “si lascia andare – secondo l’espressione di un notiziario Rai – a qualche fischio”. Otto giorni dopo, sotto Palazzo Chigi, un classico del repertorio berlusconiano,

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Silvio nella tenda di Gheddafi

“Muammar, ti presento i miei”. La Libia brucia e Berlusconi deve ricordare con una punta di malinconia quel sabato d’estate che lui e Gheddafi trascorsero nella tenda del rais a sfogliare Chi: sulla copertina il premier campeggiava con in braccio il nipotino Alessandro, e accanto Veronica. Ai tempi – 30 agosto 2008 – Silvio amava ripetere “tengo due famiglie: una è la mia e l’altra sono gli italiani”. E faceva il ganassa con i sondaggi: “Ho il 70,2 per cento dei consensi, una cosa francamente imbarazzante…”. Ora non è dato sapere se fu proprio quel pomeriggio che il rais lo rese edotto di una pratica che il colonnello chiamò bunga bunga, è certo che Silvio gli regalò un leone d’argento e due penne; seguirono poi altri dieci incontri, tanto che Massimo D’Alema lo scorso 29 novembre sbottò: “Credo che il governo sia andato in Libia 27 volte, nessuna mai in India, questo è un tema per riflettere sulla politica italiana…”Si precipitò nel deserto libico anche Vittorio Sgarbi, allora sindaco di Salemi, e fu una visita memorabile. Disse il D’Annunzio di Salemi: “Colonnello, la Sicilia aspira all’autonomia dall’Italia, potrebbe approfittarne per annetterla alla Libia!”. Il dittatore pare che scoppiò in una grassa risata, e a quel punto nessuno fermò più Sgarbi: “Perché non viene a candidarsi in Italia alle prossime elezioni, naturalmente contro Berlusconi? Sarebbe un buon confronto…”.

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Le ultime dieci menzogne di Berlusconi

Dalla questura al sesso con Ruby, le dieci menzogne di Berlusconi. Ecco le prove che smentiscono l’autodifesa del Cavaliere sullo scandalo che lo ha investito.

Si contano dieci menzogne nell’intervento televisivo di Silvio Berlusconi. Qui di seguito dimostriamo come le parole del premier siano variazioni falsarie. Costruiscono per l’opinione pubblica una fiction che appare in gran parte fasulla anche alla luce di quel che è già emerso dai documenti dellinchiesta di Milano. Le bugie nelle dichiarazioni del presidente del Consiglio devono negare come e perché sia riuscito ad esfiltrare dalla questura, sottraendola alla tutela dello Stato, una minorenne accusata di furto. Una minorenne con la quale il capo del governo ha intrattenuto, per lo meno per tre mesi, una relazione molto intensa, al punto che ci sono tra i due 67 contatti telefonici in 77 giorni. Impossibilitato a raccontare la verità su quella relazione, il premier è costretto a mentire ancora: parla di persecuzione giudiziaria; inventa una violazione della sua privacy; accusa la polizia di aver maltrattato le sue amiche: è unautodifesa che non accetta di essere verificata. “Non mi devo vergognare”, dice Berlusconi. Le sue dieci bugie lo dovrebbero convincere non solo a vergognarsi, ma anche ad assumersi la responsabilità di fare chiarezza davanti ai giudici e dinanzi al Paese. Ecco dunque le dieci bugie che, se necessario, integreremo nel corso del tempo.

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LA FINANZA CIELLINA

di Ferruccio Pinotti – 27 dicembre 2010

Le imprese legate a Compagnia delle Opere hanno una corsia preferenziale nell’accesso al credito. Sempre più banche si legano a Comunione e Liberazione

Che potere ha assunto oggi Comune e Liberazione nel mondo della finanza e del credito? E la Compagnia delle Opere (associazione imprenditoriale strettamente legata a Comunione e Liberazione che conta oltre trentamila imprese associate)?  Continua a leggere

Svela il sistema di potere di Comunione e Liberazione. Punito!

opus dei,comunione  eliberalizione, compagnia delle opere, Ha scritto e pubblicato un libro “Comunione e liberazione”: assalto al potere in Lombardia”, Bepress, Milano, che descrive il sistema di potere di Comunione e Liberazione in Lombardia. Per questo è stato punito con la sospensione dal lavoro per un mese. Alessandri è funzionario della Regione Lombardia, quella regione “governata” per quattro mandati consecutivi nonostante la legge dica che non possono essere più di due da Roberto Formigoni, che di Comunione e Liberazione è uno dei maggiori leader ed esponenti. Questa intervista racconta anche della lotta di un uomo per la libertà e l’indipendenza sua e delle Istituzioni; ritenendo leso dalla sospensione il suo diritto all’espressione, sancito dall’articolo 21 della Costituzione, De Alessandri – assistito dal Professor Vittorio Angiolini – è ricorso al Tribunale del Lavoro. L’udienza si terrà a Milano il 20 gennaio 2011.

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E’ possibile vivere meglio con meno? Prove tecniche di un nuovo modello economico

Cambiare il modello economico imperante è, almeno per greenreport che è un quotidiano per un’economia ecologica, ragione di nascita e quindi anche di vita. E proprio il nuovo modo di intendere l’economia è stato l’inizio dei lavori dell’ottavo Forum Internazionale Greenaccord per la Salvaguardia della Natura “People Building Future – Confini e Valori per un vivere sostenibile” in corso a Cuneo, dove sono intervenute due personalità di primissimo piano quali Robert Costanza Nella foto, professore di Economia Ecologica all’università del Vermont e Friedrich Hinterberger, fondatore e presidente del Seri Sustainable Europe Research Institute, che però a fronte di analisi sovrapponibili hanno due visioni diverse riguardo alle soluzioni.«Dobbiamo chiederci a livello mondiale quale sia il significato dell’economia e a cosa essa debba servire», ha spiegato Costanza. «Avere di più è sempre meglio; la povertà è risolvibile solo con la crescita; l’economia può crescere all’infinito. Sono tre dogmi intoccabili – spiega sempre Costanza – dell’attuale modello di sviluppo. Ma dobbiamo abbandonarli se vogliamo costruire un nuovo paradigma economico».Va superato dunque il mero concetto di crescita economica: «capitale umano, capitale sociale, capitale naturale. Sono tutti elementi indispensabili per determinare la qualità di vita di una popolazione. Vanno quindi considerati al pari della ricchezza materiale», ha proseguito Costanza. Ma come farlo? Serve un impegno importante delle istituzioni nazionali e mondiali per indirizzare il mercato verso scelte più sostenibili e virtuose: «Ad esempio, facendo riforme fiscali che spostino la tassazione dai beni ai danni alle risorse naturali, rimuovendo invece quei sussidi che non servono a tale obiettivo».

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La paura fa 90: anche l’IDV terrorizzata dal MoVimento Cinque Stelle

Di  ritorno dalla terra di Albione per lavoro, leggendo la posta elettronica arretrata, mi ritrovo fra le decine di email anche la newsletter di Massimo Donadi, parlamentare dell’Italia dei Valori; newsletter alla quale sono iscritto da un bel pò.

Fra i tanti suoi post sempre molto intelligenti e condivisibili, me ne ritrovo uno dal titolo aspro e livoroso contro Beppe Grillo.

Quasi non ci credevo, leggo dunque per intero l’articolo ed in realtà alla fine Donadi cerca quasi di tentare un avvicinamento col MoVimento Cinque Stelle dichiarando di volersi fare portavoce fra Grillo e Bersani. Peccato però che il titolo risulta offensivo e non veritiero, peccato che della metà dell’articolo lascia intendere ancora una volta che il MoVimento possa risultare dannoso per tutti, esplicando una serie di ovvietà poco lungimiranti e con un’acredine fuori dal comune.

Peccato che, come Donadi sa benissimo, il grosso dei lettori si limita a  leggere il titolo e pochi brani allinizio e per questo le frasi finali hanno quasi il sapore di una excusatio non petita per porre rimedio al violento attacco posto a quasi tutto articolo, che aveva dunque ben altro significato.

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[Governo Berlusconi] Il triste elenco dei danni fatti

Su segnalazione dell’amico Duglia riportiamo questo grandioso elenco delle schifezze fatte da quest’ultimo governo Berlusconi.

Ed ecco a voi l’elenco dei danni causati all’Italia da questo governo, fin dai primi mesi.

In ordine sparso:

1) Norme PRO riciclaggio del danaro Status: APPROVED
2) Sospensione di 100.000 processi, fra cui, casualmente, quello che coinvolge Mills e Berlusconi Status: REVISED
3) Persecuzione delle intercettazioni, e non degli intercettati colpevoli, fra cui, per caso, Berlusconi che chiacchiera con Saccà Status: APPROVED
4) Class action; era troppo bello per i consumatori per andare bene a confindustria, quindi via… Status: APPROVED
5) Sicurezza stradale? No grazie, via i fondi… Status: APPROVED
6) Compri tarocco? 6 anni e seimila euro di multa Status: PENDING
7) Via l’ICI? Non c’è problema, rimettiamo ticket su tutto Status: APPROVED
8) Terroristi? No autori in rete. CENSURA! Status: PENDING
9) Basta soldi per il sud! Anzi no! Si faccia il ponte sullo stretto! Status: BOH?
10) Introduciamo il reato di clandestinità… Status: ANCHE NO
11) ALITALIA… ma la cordata? Solo prestito ponte convertito in capitale? Soldi nostri! Status: APPROVED
12) Chiesa: novanta gradi e libri gratis… Status: PENDING
13) Silviotassa per Rete4: 3.5 miliardi di euro, soldi nostri! Status: PENDING

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