DALLA FESTA DELLA RINASCITA DEL SOLE AL NATALE CRISTIANO

Il Cristianesimo è riuscito a trasferire a sé tali pratiche religiose, modificando la “nascita del sole” con la “nascita di Cristo”, e la “luce solare” con la “luce divina del Figlio di Dio”. Il sincretismo si compì lentamente, finché la notte tra il 24 e il 25 dicembre, cioè la “nox postsolstiziale” che coincideva con l’occasione in cui ormai da secoli si festeggiava una luminosa genesi astrale, divenne anche la notte della nascita di Cristo. Insomma tra il IV° e il V° secolo la Chiesa romana, preoccupata dalla straordinaria diffusione dei culti solari e soprattutto dal mithraismo, che con la sua morale e spiritualità, non dissimile dal cristianesimo, poteva frenare se non arrestare la diffusione del vangelo, pensò di celebrare nello stesso giorno del Natale del Sole (Sole Invictus) il Natale del Cristo, come vero Sole.

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Le ultime dieci menzogne di Berlusconi

Dalla questura al sesso con Ruby, le dieci menzogne di Berlusconi. Ecco le prove che smentiscono l’autodifesa del Cavaliere sullo scandalo che lo ha investito.

Si contano dieci menzogne nell’intervento televisivo di Silvio Berlusconi. Qui di seguito dimostriamo come le parole del premier siano variazioni falsarie. Costruiscono per l’opinione pubblica una fiction che appare in gran parte fasulla anche alla luce di quel che è già emerso dai documenti dellinchiesta di Milano. Le bugie nelle dichiarazioni del presidente del Consiglio devono negare come e perché sia riuscito ad esfiltrare dalla questura, sottraendola alla tutela dello Stato, una minorenne accusata di furto. Una minorenne con la quale il capo del governo ha intrattenuto, per lo meno per tre mesi, una relazione molto intensa, al punto che ci sono tra i due 67 contatti telefonici in 77 giorni. Impossibilitato a raccontare la verità su quella relazione, il premier è costretto a mentire ancora: parla di persecuzione giudiziaria; inventa una violazione della sua privacy; accusa la polizia di aver maltrattato le sue amiche: è unautodifesa che non accetta di essere verificata. “Non mi devo vergognare”, dice Berlusconi. Le sue dieci bugie lo dovrebbero convincere non solo a vergognarsi, ma anche ad assumersi la responsabilità di fare chiarezza davanti ai giudici e dinanzi al Paese. Ecco dunque le dieci bugie che, se necessario, integreremo nel corso del tempo.

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NOI VIGILIAMO: il sindacato di destra contro il governo pinocchio

Polizia, la protesta dell’Ugl
«Il 61% degli agenti vive con 1.200 euro»

Il sindacato: «Stipendi inferiori al 50% rispetto ai colleghi francesi». Accuse al governo

ROMA – Le forze di polizia sono costrette a sopravvivere con stipendi da fame. Il 61% dei dipendenti che si occupano della sicurezza dello Stato percepisce meno di 1.200 euro al mese. Il dato emerge dal Rapporto sulle condizioni socio-economiche delle forze di polizia, elaborato dal Coordinamento per le politiche per la sicurezza dell’Ugl. Novemila gli intervistati (il 92% proviene dal centro-sud) tra Polizia di stato, Corpo forestale, Polizia penitenziaria e corpo dei Vigili del fuoco.

DISASTRO ECONOMICO – Gli agenti, come del resto tanti altri lavoratori penalizzati dalla crisi economica in atto, sono costretti a ricorrere in modo eccessivo al credito al consumo. L’81% di loro ha impegnato parte dello stipendio per comprare beni e servizi a rate. «E il 51% è stato costretto ad avviare procedure per il consolidamento del debito», denuncia l’Ugl fotografando nel rapporto il «disastro economico» che vive la sicurezza.

ALLARME – «In questa situazione è in pericolo anche l’integrità morale dei nostri lavoratori, a cui è vietato fare un secondo lavoro», sottolinea Renata Polverini, segretario dell’Ugl. L’82% degli intervistati non è soddisfatto del proprio stipendio «inferiore del 50% rispetto a quello percepito da un agente francese». E i problemi non finiscono qui: gli agenti sono spesso costretti a vivere in caserma o con i colleghi, lontani dalle famiglie. In caso di trasferimenti, infatti, lo stipendio è troppo basso per affittare una casa grande abbastanza per ospitare tutti. Il 64% non è proprietario dell’abitazione in cui vive, il 93% ha acceso un mutuo e per il 91% questo divora oltre la metà dello stipendio.

FAMIGLIE IN CRISI – I problemi economici spaccano le famiglie. L’82% dichiara che il lavoro, con i suoi ritmi e l’impossibilità di condurre una vita sociale, è la causa principale dei problemi di relazione mentre l’81% ammette che, in una situazione diversa, farebbe più figli.

DELUSI DAL GOVERNO – «Abbiamo creduto in un programma elettorale, ma i provvedimenti finora intrapresi dimostrano che gli investimenti in questo campo non sono quelli preventivati, come la mancata defiscalizzazione degli straordinari – attacca Polverini -. E lo Stato propone tagli nel momento sbagliato. La sicurezza è scarsa, soprattutto nelle grandi città e nelle aree del nord del Paese, a causa dei flussi migratori non controllati». Continua a leggere