Le ultime dieci menzogne di Berlusconi

Dalla questura al sesso con Ruby, le dieci menzogne di Berlusconi. Ecco le prove che smentiscono l’autodifesa del Cavaliere sullo scandalo che lo ha investito.

Si contano dieci menzogne nell’intervento televisivo di Silvio Berlusconi. Qui di seguito dimostriamo come le parole del premier siano variazioni falsarie. Costruiscono per l’opinione pubblica una fiction che appare in gran parte fasulla anche alla luce di quel che è già emerso dai documenti dellinchiesta di Milano. Le bugie nelle dichiarazioni del presidente del Consiglio devono negare come e perché sia riuscito ad esfiltrare dalla questura, sottraendola alla tutela dello Stato, una minorenne accusata di furto. Una minorenne con la quale il capo del governo ha intrattenuto, per lo meno per tre mesi, una relazione molto intensa, al punto che ci sono tra i due 67 contatti telefonici in 77 giorni. Impossibilitato a raccontare la verità su quella relazione, il premier è costretto a mentire ancora: parla di persecuzione giudiziaria; inventa una violazione della sua privacy; accusa la polizia di aver maltrattato le sue amiche: è unautodifesa che non accetta di essere verificata. “Non mi devo vergognare”, dice Berlusconi. Le sue dieci bugie lo dovrebbero convincere non solo a vergognarsi, ma anche ad assumersi la responsabilità di fare chiarezza davanti ai giudici e dinanzi al Paese. Ecco dunque le dieci bugie che, se necessario, integreremo nel corso del tempo.

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[Governo Berlusconi] Il triste elenco dei danni fatti

Su segnalazione dell’amico Duglia riportiamo questo grandioso elenco delle schifezze fatte da quest’ultimo governo Berlusconi.

Ed ecco a voi l’elenco dei danni causati all’Italia da questo governo, fin dai primi mesi.

In ordine sparso:

1) Norme PRO riciclaggio del danaro Status: APPROVED
2) Sospensione di 100.000 processi, fra cui, casualmente, quello che coinvolge Mills e Berlusconi Status: REVISED
3) Persecuzione delle intercettazioni, e non degli intercettati colpevoli, fra cui, per caso, Berlusconi che chiacchiera con Saccà Status: APPROVED
4) Class action; era troppo bello per i consumatori per andare bene a confindustria, quindi via… Status: APPROVED
5) Sicurezza stradale? No grazie, via i fondi… Status: APPROVED
6) Compri tarocco? 6 anni e seimila euro di multa Status: PENDING
7) Via l’ICI? Non c’è problema, rimettiamo ticket su tutto Status: APPROVED
8) Terroristi? No autori in rete. CENSURA! Status: PENDING
9) Basta soldi per il sud! Anzi no! Si faccia il ponte sullo stretto! Status: BOH?
10) Introduciamo il reato di clandestinità… Status: ANCHE NO
11) ALITALIA… ma la cordata? Solo prestito ponte convertito in capitale? Soldi nostri! Status: APPROVED
12) Chiesa: novanta gradi e libri gratis… Status: PENDING
13) Silviotassa per Rete4: 3.5 miliardi di euro, soldi nostri! Status: PENDING

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Tutte le norme inique dei vari governi Berlusconi

ECCO LE  38  NORME ‘AD PERSONAM’ FATTE APPROVARE DA BERLUSCONI IN QUESTI ANNI. PER CAPIRE CONTRO CHI DOVREBBERO MOBILITARSI TUTTI GLI ITALIANI.

1. Decreto Biondi 1994. Approvato il 13 luglio 1994 dal governo Berlusconi I, vieta la custodia cautelare in carcere trasformata al massimo in arresti domiciliari per i reati contro la Pubblica amministrazione e quelli finanziari, comprese la corruzione e la concussione, proprio mentre alcuni ufficiali della Guardia di Finanza confessano di essere stati corrotti da quattro società del gruppo Fininvest Mediolanum, Videotime, Mondadori e Tele+ e sono pronte le richieste di arresto per i manager che hanno pagato le tangenti.Il decreto impedisce cioè di arrestare i responsabili e provoca la scarcerazione immediata di 2764 detenuti, dei quali 350 sono colletti bianchi coinvolti in Tangentopoli compresi la signora Poggiolini, l’ex ministro Francesco De Lorenzo e Antonino Cinà, il medico di Totò Riina.Il pool di Milano si autoscioglie. Le proteste di piazza contro il “Salvaladri” inducono la Lega e An a ritirare il consenso al decreto e a costringere Berlusconi a lasciarlo decadere in Parlamento per manifesta incostituzionalità.Subito dopo vengono arrestati Paolo Berlusconi, il capo dei servizi fiscali della Fininvest Salvatore Sciascia e il consulente del gruppo Massimo Maria Berruti, accusato di aver depistato le indagini subito dopo un colloquio con Berlusconi.

2. Legge Tremonti 1994. Il decreto n.357 approvato dal Berlusconi I il 10 giugno 1994 detassa del 50% gli utili reinvestiti dalle imprese, purchè riguardino l’acquisto di “beni strumentali nuovi”.La neonata società Mediaset che contiene le tv Fininvest scorporate dal resto del gruppo in vista della quotazione in Borsa utilizza la legge per risparmiare 243 miliardi di lire di imposte sull’acquisto di diritti cinematografici per film d’annata: che non sono beni strumentali, ma immateriali, e non sono nuovi, ma vecchi. A sanare l’illegalità interviene il 27 ottobre 1994 una circolare “interpretativa” Tremonti che fa dire alla legge Tremonti il contrario di ciò che diceva, estendendo il concetto di beni strumentali a quelli immateriali e il concetto di beni nuovi a quelli vecchi già usati all’estero.

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L'”utilizzatore finale” dello scudo fiscale (“non faremo mai più condoni”)

Era prevedibile. Il “turbo Fleres” ha messo le ali allo scudo fiscale. È bastato l’emendamento dell’apposito “peone” di turno (ora tocca all’eroico Salvo Fleres, come due legislature fa toccò agli ineffabili Carrara e Cirielli, Cirami e Pittelli, Anedda e Nitto Palma) e l’ennesima “legge vergogna” è già un successo.

L’estensione dei benefici del rientro dei capitali dall’estero al falso in bilancio e ad altri reati di natura tributaria ha fatto letteralmente esplodere, in pochissimi giorni, le richieste di consulenza a banche e società fiduciarie. Tutti si affrettano alla grande abbuffata. A questo punto, gli obiettivi fissati dal Tesoro diventano possibili. Un flusso di ritorno pari a 100 miliardi di euro. Un gettito per l’erario pari a circa 5 miliardi di euro. Un bel gruzzolo per gli intermediari finanziari, in termini di spese e di commissioni. Un “tesoretto” insperato per imprenditori e professionisti, riciclatori ed evasori. Alla faccia degli italiani onesti, si consuma un altro colpo di spugna. “Amnistia mascherata”, l’hanno definita alcuni magistrati. Si sbagliano. Qui di mascherato non c’è proprio niente.

In un Paese già poco incline al rispetto dell’etica pubblica e della morale privata, il centrodestra diffonde scientificamente la cultura dell’impunità. E se ne rende conto, tanto è vero che mentre apre le braccia a migliaia di esportatori di capitali, fa la faccia feroce con un manipolo di “vip” che non hanno saldato fino in fondo i loro conti col Fisco. Pura propaganda.

Quello che conta è il segnale politico: con lo Stato, in Italia, puoi sempre scendere a patti. Anche se non hai mai fatto il tuo dovere. Paghi l’obolo, e amici come prima. Non subirai più accertamenti. E così via, fino al prossimo condono tombale. Ma ora la domanda è un’altra. Chi beneficerà dello scudo? Berlusconi e la sua famiglia accederanno alla preziosa e generosa “copertura”? Sarebbe un altro, formidabile caso di conflitto di interessi. Come accadde già ai tempi del precedente condono varato dall’allora Cdl nella legislatura 2001-2006: il Cavaliere, alla conferenza stampa di fine anno 2002, giurò che Mediaset non avrebbe mai usato la sanatoria appena varata. Poi si scoprì l’esatto contrario: l’azienda beneficiò del condono sia nel 2003 che nel 2004. E se anche oggi si scoprisse che il premier (oltre che di qualche ben nota prestazione sessuale) è anche “utilizzatore finale” dello scudo fiscale? Purtroppo non lo scopriremo mai. Il “turbo Fleres”, ovviamente, garantisce l’anonimato.

Massimo Giannini Repubblica.it