Grillo, confessione a eletti M5S: “Populismo e demagogia come linea politica ufficiale”

GRILLO E CASALEGGIO SEMPRE PEGGIO.

ORA AMMETTEREBBERO IMPLICITAMENTE LA LINEA POLITICA VOLUTAMENTE POPULISTA E DEMAGOGICA PER PARLARE ALLA PANCIA PEGGIORE DEL PAESE. UNA VERA VERGOGNA PER MILIONI DI ITALIANI CHE CI AVEVANO CREDUTO.

 

Il Fatto Quotidiano pubblica in esclusiva la conversazione tra il leader del Movimento 5 Stelle e i suoi deputati. “Siamo populisti, parliamo alla pancia della gente e non dobbiamo vergognarci. Se andiamo a sinistra siamo rovinati”. E sul Capo dello Stato dice: “Non possiamo dire che il Colle ha tradito la Costituzione. Però diamo una direttiva precisa contro chi non rappresenta più tutti gli italiani”

“Noi parliamo alla pancia della gente. Siamo populisti veri. Non dobbiamo mica vergognarci. Quelli che ci giudicano hanno bisogno di situazioni chiare. Ad esempio prendete l’impeachment di Napolitano. Molti di voi forse non sono d’accordo, lo capisco. Ma è una finzione politica. E basta. Non possiamo dire che ha tradito laCostituzione. Però diamo una direttiva precisa contro una persona che non rappresenta più la totalità degli italiani. Noi siamo la pancia della gente”

FONTE: Grillo, confessione a eletti M5S: ‘Finzione politica l’impeachment di Napolitano’ – Il Fatto Quotidiano.

L’impatto del “Decreto Fare” del governo Letta, sul MoVimento 5 Stelle

Il governo ha approvato il “Decreto Fare”, 80 provvedimenti urgenti per tentare di dare un piccolo impulso al paese.

Diverse di queste istanze erano contenute anche nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle. Come ho scritto in un mio articolo ormai tre mesi fa, questi, non precisamente dei dilettanti, avrebbero comunque portato avanti qualche piccola riforma urlata da Grillo, per accontentare l’ opinione pubblica gettare fumo negli occhi all’elettorato e per mettere a tacere definitivamente i grillini, disinnescando completamente la carica innovatrice portata dal Movimento 5 Stelle, che apparirà a questo punto sempre piū come gruppo di sola e semplice protesta. Una nuova Italia dei Valori per intenderci.

Il rischio era evidente e solo chi non capisce di politica pensava ad altro in questo senso. Ribadisco l’errore di non aver costretto il PD a delle vere riforme epocali condivise tramite un accordo per punti con tempi certi, scritto e pubblico. Ci avevano teso la mano e si poteva benissimo perlomeno tentare di trattare visto che ci hanno inseguito per un mese e in cambio hanno ricevuto solo insulti e facile demagogia.

Il Movimento 5 Stelle ormai facilmente disinnescato prima di tutto da se stesso, da Grillo e Casaleggio e poi dagli squali della politica che ovviamente fanno il loro interesse. Non è passata e non passerà mai nessuna istanza in Parlamento portata avanti dai gruppi pentastellati. I parlamentari grillini potranno ora tranquillamente dedicarsi in toto a complottismi vari e scontrini di ogni genere.

Chi pensava, (Grillo compreso) che l’inciucio fra Pd e Pdl, avrebbe portato il Movimento, in nuove elezioni, al 51 per cento, è semplicemente un ingenuo per non dire altro. Di sicuro uno poco avvezzo ai temi della strategia politica dei massimi sistemi.

La casta rinasce dalle ceneri di se stessa come un’araba fenice. Grillo disinnescato, movimento finito, passiamo avanti.

Pasquale Caterisano.

M5S: worst case scenario

Nel M5S, tutti ululanti a soccorrere Beppe nella sua (a mio avviso) malsana idea di chiudere al PD, quando invece, come ho già spiegato, si sarebbe potuto metterli in un angolo e costringerli alle nostre istanze tenendoli contemporaneamente “per le palle” ed impedendogli di agire nei loro mediocri intendimenti.

La chiusura del duo Grillo-Casaleggio alla stabilizzazione di un sistema temporaneo che garantista una minima governabilità a tempo, previo messa in opera di riforme fondamentali, è secondo me un’operazione ad altissimo rischio per la sopravvivenza stessa del M5S come attore credibile del cambiamento per gli anni a venire.

Analizzo in questo articolo, il cosidetto “worst case scenario” , lo scenario peggiore che si potrebbe configurare per il M5S con la presa in carico da parte dei soli Beppe e Gianroberto (ognuno vale uno?) della decisione più rischiosa.

A mio avviso questa decisione di chiusura totale, che porterebbe  a nuove elezioni, dove secondo il duo a capo del M5s, dovrebbero dare allo stesso, la maggioranza assoluta dei seggi, porta insito in se invece, il rischio esattamente contrario, ovvero la dissoluzione elettorale nelle urne del MoVimento.

La percezione di nuovo e non solo di protesta che gli elettori hanno attribuito al M5S, potrebbe venire totalmente vanificata col messaggio di instabilità che Grillo sta dando al paese in questi giorni. La  fiducia data da molti anche nel senso di una nuova prospettiva, sta facendo si che moltissimi elettori del MoVimento  si siano dichiarati contrari alla decisione di diniego che sta creando di fatto un empasse istituzionale ed a poco valgono i tentativi di dimostrare che tutti quelli che protestano in tal senso siano degli “infiltrati” o altro, perchè così non è e lo sanno tutti chiaramente anche chi nel MoVimento c’è da anni. Una cosa sono gli attivisti ed i simpatizzanti, altro è la massa dei sette milioni e mezzo di elettori che hanno votato il M5S per un vero cambiamento che questa occasione da concretamente e non per l’empasse che sta deludendo tanti.

In quanti di questi rivoteranno il M5S se fra tre/sei mesi si tornasse a votare? in una condizione di vera emergenza come quella che viviamo, a quanti dei sette milioni e mezzo di elettori soddisfano i NO di Grillo a tutti ed a tutto?

Altra situazione che si potrebbe venire a creare è che se si andasse davvero a nuove elezioni, Bersani sarà posto a processo dal suo partito e Renzi prenderebbe le redini, oltre a diventare il nuovo candidato premier per il PD, cosa che lo vedrebbe di certo vincitore su Berlusconi ed a questo punto, anche parte consistente degli elettori grillini lo sceglierebbero per governare con un’agenda del tutto simile a quella del M5S.

Fra l’ingovernabilità ed uno con un programma simile anche se non in tutto a quello del M5S, gli elettori farebbero una scelta di ulteriore cambiamento a favore di uno che avrebbe già vinto la propria partita anche all’interno del suo partito. A quel punto il vero nuovo sarebbe lui e non noi, senza contare che Renzi già piace a tantissimi di suo.

Risultato avremmo fatto un bel favore al sindaco di Firenze e noi perso una grande occasione per mettere in opera le vere riforme dell’agenda Grillo.

“Finita la festa gabbatu lu santu”.

Pasquale Caterisano

http://www.como5stelle.it