La Sen. Sbarbati, campionessa mondiale indisturbata di salto della quaglia quadruplo carpiato ad una mano con triplo avvitamento

Vi presentiamo una chicca assoluta, una notizia che solo noi diamo, ma per gustarvela bene dovete leggerla fino in fondo.

Vogliamo farvi conoscere le incredibili performance presenzialiste di una politica nostrana, nello specifico la Senatrice repubblicana Luciana Sbarbati e come vedrete l’aggettivo “repubblicana” è solo uno di quelli che gli si può e deve attribuire.

Ex PRI, da pochi giorni di nuovo PRI con in mezzo:

  • 2001, la scissione dal Partito Repubblicano Italiano (per la scelta dello stesso di andare con Berlusconi) fondando l’MRE (Movimento dei Repubblicani Europei)
  • 2004, europarlamentare eletta nei Democratici di Sinistra per meriti sul campo essendo stata fondatrice de L’Ulivo
  • 2006 combatte insultando la minoranza interna del suo movimento (fra i quali l’estensore di questo articolo) che le dicevano che forse era meglio non andare con ex Dc ed ex PCI.
  • 2007, incurante di tutto, è nei 40 fondatori del Partito Democratico.
  • 2008, viene eletta col PD al Senato della Repubblica.
  • 2009, litiga col PD, non ammette di aver sbagliato nel 2006/7/8 e si avvicina al centro annusando che aria tira.
  • 2010, esce dal PD che aveva fondato e da laica anticlericale se ne va nel gruppo misto con Cuffaro, Andreotti e Cossiga (in pace requiescat) che la invitano a messa e le regalano delle ostie sconsacrate.
  • 2011, pur rimanendo segretaria del MRE e nel Gruppo con “Io Sud” e “Sudtirolen Volkspartei”, partecipa regolarmente al tavolo del Terzo Polo con Fini e Rutelli (col quale litigava nel PD).  Non contenta di questa bulimia partecipativa, ritorna nel PRI che aveva lasciato nel 2001 (il quale non si è mosso di un millimetro dalle sue posizioni di allora) entrando a far parte della direzionale nazionale del partito alleato con Berlusconi.

Ricapitolando, la Sen. Sbarbati è ora contemporaneamente con UDC, Io sud e Sudtirolen Volkspartei, membro del Terzo Polo, eletta nel Partito Democratico ed alleata di Berlusconi con il PRI, ma anche segrataria del MRE fondatore di Ulivo e PD.

Non contenta dunque, è pure ritornata nel partito che aveva lasciato 10 anni fa per divergenza politiche che non si sono mai appianate. La nostra wonder woman, non si è comunque mai dimessa dalla testa dell’ MRE, pur avendo cannato completamente tutte le scelte politiche fatte. Dall’ MRE (divenuto nel frattempo un jazz club per pochi intimi) si sono però dimessi  i tre quarti dei suoi iscritti riconoscendole difatto una leadership da amministratore di condominio.

Riteniamo che al mondo non esistono esseri umani dediti allo sport del “salto della qualglia”  che possano minimamente impensierire i record de la Nostra Signora da Chiaravalle. Ce l’abbiamo solo noi e ce la teniamo.

Un dono della bilocazione plurima che nemmeno Padre Pio e Michael Jackson messi insieme possederanno mai.

La paura fa 90: anche l’IDV terrorizzata dal MoVimento Cinque Stelle

Di  ritorno dalla terra di Albione per lavoro, leggendo la posta elettronica arretrata, mi ritrovo fra le decine di email anche la newsletter di Massimo Donadi, parlamentare dell’Italia dei Valori; newsletter alla quale sono iscritto da un bel pò.

Fra i tanti suoi post sempre molto intelligenti e condivisibili, me ne ritrovo uno dal titolo aspro e livoroso contro Beppe Grillo.

Quasi non ci credevo, leggo dunque per intero l’articolo ed in realtà alla fine Donadi cerca quasi di tentare un avvicinamento col MoVimento Cinque Stelle dichiarando di volersi fare portavoce fra Grillo e Bersani. Peccato però che il titolo risulta offensivo e non veritiero, peccato che della metà dell’articolo lascia intendere ancora una volta che il MoVimento possa risultare dannoso per tutti, esplicando una serie di ovvietà poco lungimiranti e con un’acredine fuori dal comune.

Peccato che, come Donadi sa benissimo, il grosso dei lettori si limita a  leggere il titolo e pochi brani allinizio e per questo le frasi finali hanno quasi il sapore di una excusatio non petita per porre rimedio al violento attacco posto a quasi tutto articolo, che aveva dunque ben altro significato.

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Scontro frontale nel PD: Parisi attacca Veltroni

Siamo alla guerra interna nel Partito Democratico, una guerra che sul piano politico e prospettico, rischia di mandare in frantumi il loft Veltroniano, con buona pace di tutti e per un rapido ritorno – prima delle Europee – alla situazione partitica precedente il monster Gad-Fed-Ulivo-Unione-PD che nella sua mutazione genetica ha prodotto una creatura che oggi è impossibile definire “democratica”.

Il j’acuse ai vertici del PD più violento viene proprio da Arturo Parisi che oggi , dalle pagine del Corriere della Sera accusa “Ma con quale coraggio Veltroni si permette di dimenticare che tra le ‘bellissime’ parole del Pd e i ‘pessimi’ fatti degli altri, nel nostro partito a latitare sono proprio i ‘fatti’?”. Secondo l’ex ministro della Difesa, si legge nella lettera pubblicata dal Corriere, il Pd e’ un partito “senza democrazia”, visto che “la democrazia diretta dei nostri elettori e’ servita solo per eleggere il segretario alle primarie e la rivendicazione di questa investitura serve solo a metterlo al riparo dal successivo esito del voto alle elezioni”.

Insomma l’ex-Ministro della Difesa ha usato l’artiglieria pesante per iniziare a demolire Veltroni e il suo Partito Democratico con una accusa neanche tanto velata di “mancanza di democrazia” e dove manca la democrazia nascono le dittature… anche nel Partito Democratico.

http://www.ecodelpalazzo.com/scontro-frontale-nel-pd-parisi-attacca-veltroni.htm