PEDOFILIA: ancora delle suore coinvolte.

 Di Roberta Lerici

E’ doloroso dover scrivere un ennesimo articolo su di un caso di presunta pedofilia in una scuola materna, ma è anche doveroso parlarne per fare in modo che le telecamere negli asili nido e nelle scuole materne vengano adottate al più presto.Il caso di questa scuola materna di Pellezzano, nel salernitano, è se possibile ancora più grave di altri, non fosse  che per il numero di indagati, undici, fra cui un bidello (arrestato lo scorso anno), una nonna, la preside, maestre, bibliotecari e impiegati della segreteria.Le undici persone sono indagate per violenza sessuale continuata e aggravata da violenza di gruppo.Le testimonianze dei venti bambini  coinvolti  dovranno essere cristallizzate in un incidente probatorio ma leggiamo che nei mesi scorsi avrebbero descritto gli abusi subiti con dovizia di particolari, mostrando – sostennero all’epoca gli investigatori – «un patrimonio conoscitivo della sfera sessuale che normalmente non appartiene a bambini così piccoli».

Proprio come a Vallo della Lucania, sempre nella stessa area geografica, dove si sta celebrando un altro processo per pedofilia in una scuola materna, l’asilo Paolo VI, gestito dalle suore.Là gli imputati sono cinque, fra cui una giovane suora, e i bambini coinvolti sono ventisette. Tornando al caso di Coperchia, pare che gli indagati, a parte coloro che sono già andati in pensione, siano tuttora al lavoro nella scuola materna. L’articolo che potrete leggere di seguito, però, contiene un errore.Chiude infatti dicendo,che il personale indagato è tuttora in servizio come prevede la legge. Continua a leggere

“Reati Sessuali di “Lieve Entità” nei confronti di minori

Ecco chi ha firmato la norma “Reati sessuali di lieve entità”

L’emendamento 1707. Porta, tra gli altri, la firma di Maurizio Gasparri e di Gaetano Quagliariello, ed è da giorni al centro delle proteste di associazioni, politici e utenti del web. Che lo hanno già ribattezzato “Tutela Pedofili”. Duri i commenti online: “Ecco l’ultima trovata di casa Pdl: niente obbligo di arresto per chi verrà sorpreso a compiere violenze sessuali ‘di lieve entità’ verso minori. Denunciamoli e diffondiamo la notizia: è ora di dire basta a questo scempio”. Sulla stessa linea la denuncia delle donne di Italia dei Valori. Che scrivono: “Riteniamo che il concetto di violenza sessuale di lieve entità non debba assolutamente entrare nella legislazione che riguarda i reati sessuali in danno di minori”. Il rischio è “linevitabile riflesso negativo di questa norma sullesito dei procedimenti giudiziari”. Per il Pd, “questa norma è un macigno che impedirà larresto in flagranza e il processo per direttissima dei pedofili”. Si erano inventati un emendamento proprio carino. Zitti zitti, nel disegno di legge sulle intercettazioni avevano infilato lemendamento 1.707, quello che introduceva il termine di “Violenza sessuale di lieve entità” nei confronti di minori. Firmatari, alcuni senatori di Pdl e Lega che proponevano l’abolizione dellobbligo di arresto in flagranza nei casi di violenza sessuale nei confronti di minori, se – appunto – di “minore entità”. Senza peraltro specificare come si svolgesse, in pratica, una violenza sessuale “di lieve entità” nei confronti di un bambino.

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APPELLO PER MARTA CROTTI

Ecco la sua storia:

http://www.corriere.it/cronache/10_aprile_09/pedofilo-arrestato-dopo-appello-chi-l-ha-visto_77a97fe0-43d7-11df-9c20-00144f02aabe.shtml

http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=38175&cat=cronaca

http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo478664.shtml

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-ce64cf5b-ea94-4ae1-800e-7e21ffca534d.html

In questi 7 anni di processi, perizie, cure, terapie, per garantire la giustizia alla sua bambina, Marta ha dovuto prosciugare tutte le sue risorse.

Le è stata accanto sempre, trascurando tutto il resto.Questo le è costato la chiusura della sua attività professionale.ORA si trova in una situazione ESTREMAMENTE grave, nella quotidianità. Marta non ha i mezzi per ricominciare una vita. Noi vogliamo AIUTARLA IN CONCRETO con tutti i mezzi che ognuno di noi, nel suo piccolo potrà offrire.Lo facciamo nonostante Marta non abbia mai voluto si sapessero certe cose, per dignità, ma noi che le siamo state al fianco in questa battaglia, NON possiamo permettere che lei e i suoi figli non abbiamo il minimo indispensabile, per vivere.

CHIEDIAMO QUINDI:

1) UN CONTRIBUTO ECONOMICO, anche piccolissimo da versare su postapay 4023600456000605 intestata a Barbara Primaverile amica di Marta, anche se la carta è in suo effettivo possesso. ANCHE 1 EURO, QUELLO CHE A NOI PUO’ SEMBRARE POCO, PER LORO OGGI E’ VITA!!!! Questo serve per far fronte al pagamento di bollette in arretrato salvo il distacco immediato di tutte le utenze, mensa per i bambini, spesa per mangiare, benzina per portare i figli a scuola ecc, e svariate situazioni debitorie legate alla lotta che Marta ha portato avanti per sua figlia.

2) Trovare qualche contatto per avere subito un lavoro di QUALUNQUE tipo, zona Monza.(se vi necessitano delle informazioni sulle competenze di Marta scrivete all’amministratore del blog)

3) Qualunque sostegno materiale o pratico (spesa, buoni pasto, materiale scolastico x i bimbi, vestiti per i bimbi ecc)

VI INFORMIAMO CHE: la bambina veste una taglia L (maggiormente usa tute ginniche) e di scarpe usa il numero 41.-Il maschietto veste come taglia 10 anni (anche lui usa maggiormente tute ginniche) e di piede porta il 37. -Materiale scolastico (quaderni ecc) per classe 4° e 5°Chiunque volesse inviare qualcosa via posta può farlo all’indirizzo :
BUCCI MARIAGIOVANNA – VIA PAVONI 5/E – 20052 MONZA

VOGLIAMO PRECISARE CHE LA CARTA PREPAGATA E’ IN MANO A MARTA SENZA ALCUN INTERMEDIARIO, E L’INDIRIZZO DI SPEDIZIONE DELLA MERCE E’ DI UNA CARA AMICA DI MARTA CHE SI è OFFERTA DI FARE DA TRAMITE.

E’ MOLTO IMPORTANTE CHIARIRE CHE MARTA (SU ORDINE DELLA POLIZIA) NON DEVE DARE IL SUO INDIRIZZO DI CASA O FORNIRE DATI PERSONALI DATO CHE è STATA MINACCIATA.

Su internet sappiamo che sono nel tempo girate tante truffe in merito alla raccolta di fondi, ma non è questo il caso. Marta Crotti è sul web personalmente da quando ha cominciato la sua battaglia per trovare l’orco che rovinò sua figlia. E’stata su tutti i giornali e sulle televisioni di cararttere nazionale, quindi ogni dubbio lo potrete chiedere direttamente a lei, semplicemente cliccando sul suo nome.Non vogliamo che ci sia alcun dubbio in merito alla trasparenza di questa richiesta di aiuto.Marta è una persona vera, viva e ha bisogno di noi per rialzarsi.

Vi preghiamo di diffondere il messaggio a tutte le persone di vostra conoscenza affinchè possiamo essere d’aiuto ad una mamma-coraggio che ha perso tutto per difendere i suoi figli.

Facciamo tornare un pò di speranza ad una bambina a cui è stato tolto il sorriso. Aiutiamo una Famiglia a VIVERE ANCORA!!GRAZIE DI CUORE A TUTTI QUELLI CHE CI AIUTERANNO

http://www.facebook.com/group.php?gid=113903695302388

FATE GIRARE QUESTO MESSAGGIO AI VOSTRI CONTATTI

Rivalta, il parroco finisce nella bufera

Dopo le dimissioni, alcune famiglie scrivono al vescovo: “Molestie alle nostre figlie”. Gli episodi si sarebbero verificati durante un campo estivo

Una brutta storia, fatta di sospetti e di accuse. Di un prete modello che in meno di un anno si trasforma in un orco. E di due lettere: una anonima in cui si parla di un parroco «accusato di pedofilia dal paese» e una firmata da sei persone tra genitori e animatori inviata alla Curia, in cui si raccontano circostanze ed episodi se non altro dubbi avvenuti durante un campo estivo con bambini degli ultimi anni delle elementari.

Al centro della vicenda è l´ormai ex parroco di Rivalta, paese di 18mila abitanti alle porte di Torino: don Marco Varello, 62 anni, arrivato a ottobre di un anno fa nella parrocchia di Santi Pietro e Andrea Apostoli dopo l´esperienza a Moncalieri, nella chiesa del Beato Bernardo di Borgo Aie.

Don Marco a metà agosto è andato via dalla parrocchia di Rivalta. E il suo addio frettoloso non ha fatto altro che infiammare i commenti che da mesi si accavallavano sul suo conto. Sul suo atteggiamento così amorevole, forse troppo, nei confronti dei ragazzi dell´oratorio. Il sacerdote ha preso due o tre mesi per riposarsi e uscire da questa vicenda e quando tornerà prenderà posto come cappellano all´ospedale San Luigi di Orbassano.  Continua a leggere

LA CONFESSIONE DI UNA VITTIMA DEGLI ABUSI DELL’ENNESIMO PRETE PEDOFILO

Io e il prete PEDOFILO

Appuntamenti a casa, film porno e sesso orale. La prima volta di Gianluca è stata a 14 anni. Ora accusa il suo molestatore, don Ruggero Conti, ex garante delle politiche per la famiglia di Gianni Alemanno e testimonial della sua campagna elettorale a sindaco di Roma, arrestato per violenza sessuale aggravata e continuata su sette ragazzini

Perché, dimmi, sei caduto in questa trappola? Chissà quante volte te lo sei chiesto…
«Lui era una specie di secondo padre, mi dava consigli. Poi un giorno se ne è uscito così, e io non ho avuto la forza di reagire».

Perché, avevi paura?
«Anche. E mi sentivo in colpa, pensavo che fosse per la metà colpa mia. Infatti provavo una terribile vergogna». Continua a leggere

Preti pedofili, il muro di gomma della Curia

Anche se il tribunale non ritiene di dover sottolineare particolarmente questo passaggio della vicenda, non si esime dallo scrivere che “il silenzio dei vertici ecclesiastici e la loro ritrosia a mettere sul tappeto le notizie sulle accuse che già da tempo circolavano sul conto” del parroco, “e di cui i rappresentanti dei genitori e l’educatrice intendevano discutere, equivale a implicita ammissione di conoscenza di quei fatti da parte delle gerarchie e consente di leggere tutta la vicenda come un tentativo di evitare uno scandalo che si considerava inevitabile perché fondato su fatti inoppugnabili”. Continua a leggere

Vittime dei preti pedofili: T-shirt contro visita papa a Sydney

Nella maglia elenco dei 107 sacerdoti accusati di abusi sessuali

Le vittime di abusi sessuali da parte di religiosi accoglieranno il Papa che arriva a Sydney la prossima settimana con una t-shirt con cui si condanna lo scandalo dei preti pedofili. La protesta contro la visita del Papa in Australia parte dall’associazione ‘Broken Rites Australia’, che raccoglie le famiglie e le vittime di abusi sessuali.

La maglietta riprodurrà i nomi dei 107 preti cattolici australiani che sono stati condannati dalla corte per casi di pedofilia e abusi sessuali, raccolti dall’associazione dal 1993, anno della sua istituzione. “Ma la maglietta è così grande da contenere tutti i 107 nomi?”, si domanda provocatoriamente l’associazione. Sotto i nomi, la t-shirt riprodurrà la scritta “107 preti condannati per crimini sessuali”.

Intanto, a pochi giorni dall’arrivo di Benedetto XVI previsto domenica, lo scandalo dei preti pedofili si abbatte come un ciclone su Sydney. Il cardinale George Pell è stato accusato di aver coperto casi di abusi sessuali, secondo un reportage della tv Abc. In una conferenza stampa, il porporato ha negato di aver coperto alcun caso di pedofilia.

Anthony Jones ha accusato padre Terrence Goodall di aver abusato di lui nel 1982, quando Jones aveva 28 anni ed era coordinatore dell’istruzione religiosa a Sydney. Jones ha riferito le accuse alla chiesa australiana nel 2003 che ha aperto le indagini che hanno dimostrato “comportamenti omosessuali” tra padre Goodall e Jones, secondo quanto riporta la Abc. Continua a leggere

Pedofilia:don Marco Baresi rinviato a giudizio

Note di Wildgreta

Ricordo a tutti che per don Marco Baresi si mobilitarono molti fedeli, convinti che sarebbe finito tutto in una “bolla di sapone”.La “bolla” continuerà a restare gonfia per almeno altri cinque anni (la durata di tre gradi di giudizio)

Don Marco Baresi verrà processato

(red) Si è conclusa con il rinvio a giudizio di don Marco Baresi, ex vicedirettore del seminario vescovile di via Bollani a Brescia, l’udienza preliminare svoltasi davanti al gup del tribunale Carlo Bianchetti.
Il religioso dovrà rispondere di abusi sessuali nei confronti di un ex seminarista, all’epoca dei fatti minorenne. Il ragazzo aveva raccontato la storia al suo analista che l’aveva in cura da qualche tempo e che l’aveva convinto a denunciare i fatti alla magistratura.
Il prelato, originario di Chiari e molto conosciuto negli ambienti della Curia cittadina, era stato arrestato a sorpresa su richiesta del pm Simone Marcon il 30 novembre scorso, con una decisione che aveva destato scalpore nel mondo cattolico di Brescia e provincia.
Il processo avrà inizio il prossimo 4 novembre.

Qui Brescia 11 luglio 2008