No, no ed ancora NO!

Cazzate, gazzola, zero competenze

Da alcune settimane continuo a ricevere messaggi e telefonate di colleghi assicuratori che mi chiedono se partecipo come relatore ad un fantomatico “Tour Intermediario 2.0” che dovrebbe essere una sorta di giro turistico pomposamente denominato “tournee” a mò di divismo da avanspettacolo di quart’ordine.

Ribadisco ancora e di nuovo che NO non partecipo in nessun modo a ulteriori corsi chiamati “Intermediario 2.0”, che nella prima edizione mi hanno visto come principale relatore e docente nella materia che mi compete da sempre, ovvero il web e social media marketing assicurativo, tematica studiata e posta in essere con soddisfazione da ormai quasi 18 anni, dei quali negli ultimi 5 nella mia agenzia di assicurazioni con risultati conclamati.

Leggo (dalla pagina evento su facebook a me sottratta), che nei temi trattati in questi nuovi eventi, ci sono tuttora i miei argomenti eviscerati e descritti però in maniera alquanto approssimativa e dilettantesca, e non vedendo altri relatori oltre a Filippo Gazzola (persona alla quale delegai l’organizzazione del corso dell’11 aprile 2017 a Roma, pentendomi poi amaramente), mi complimento con lo stesso per la fulminante carriera di digital marketer che lo ha portato in pochissimi mesi addirittura a divenire docente degli stessi temi nel settore assicurativo.

Ci vuole ormai davvero poco per diventare un “professore” di marketing online.

E’ probabile dunque che avendo avuto accesso a mia formazione personale e coaching gratuito, in pochi mesi il nostro eroe, sia diventato addirittura “docente” degli stessi temi e visto che ormai i presunti esperti del settore iniziano fastidiosamente a pullulare come la gramigna, non posso che dargli atto di essersi inserito in un filone che va per la maggiore ed evidentemente per qualcuno da spremere il più possibile anche con poche  o zero competenze.

“Tanto nun te preoccupà, che io laggente me la intorto”

Da esperti di PNL ad esperti in social media marketing  assicurativo in pochissimi mesi per osmosi, roba da far rabbrividire anche Wanna Marchi ed il mago Otelma.

Male ha fatto il sottoscritto a passare anni ed anni a studiare, attuare e sperimentare, sbagliare e riprovare, spendere soldi e ricevere cocenti delusioni prima di ottenere dei risultati tangibili,  se oggi è così facile poi inventarsi immediatamente professori e relatori di web marketing assicurativo.

Ma si sa che ovviamente la vicinanza ad uno che ne sa di più ti fa assorbire automaticamente le medesime competenze, basta fargli quattro salamelecchi, et voilà, per osmosi si diventa un alter ego.

Stia tranquillo però Gazzola, che a me la sua vicinanza non mi  ha fatto diventare un Tony Robbins de noantri e nemmeno un Roberto Re dei poveri e dunque mai sognerò di inventarmi un corso sulla PNL perché non penso che aver frequentato lui per pochi mesi, mi abbia fatto automaticamente diventare un docente della materia.

Per quanto si possa da sempre aver combattuto la fuffa, questa come si vede, si ritorce contro nel peggiore dei modi.

A nulla è valso aver scritto articoli e professato competenze ed abnegazione.

Vedi: articolo 1 ed articolo 2

Aprite gli occhi!

ROI e KPI della Digital Fuffa

roi kpi social media marketing assicurativo

Ormai sul web se ne vedono a decine ovunque. Annunci pubblicitari ed inserzioni a pagamento di presunti guru del marketing digitale. Ce n’è di ogni tipo, genere, ordine e grado.

Molti di questi sono specializzati in qualcosa che non è altro che il vecchio network marketing o email e circuiti banner, altri ancora hanno scoperto su se stessi l’efficacia dell’advertising su Facebook e te la spacciano come segreto per la soluzione a tutti i mali, altri ancora se la giocano con Linkedin, raramente ormai qualcuno ci prova con twitter.

Personalmente essendo da sempre nel settore del marketing digitale per i servizi di terziario avanzato ed in particolare per quello assicurativo, ovviamente riesco ad avere una condizione privilegiata nell’osservare questi fenomeni (da baraccone).

Purtroppo per il potenziale cliente, queste persone si presentano anche abbastanza bene, poi vai a vedere che quando il malcapitato chiede contezza dei risultati o di dimostrare quello che il fenomeno in questione ha ottenuto per altri clienti, iniziano tutti a balbettare.

Il mio consiglio è esattamente questo: prima di rivolgervi ad un social media specialist qualsiasi (o presunto tale), chiedetegli quelli che sono i suoi Key Performance Indicator e il ritorno sull’investimento che ha avuto per i propri clienti in passato, vedrete che fuggiranno quasi tutti a gambe levate.  Continua a leggere

Renzi e il risultato referendario

 

Le consultazioni elettorali referendarie sono da sempre, per i proponenti, difficoltose strade in salita. La necessità di superare la soglia del 50% degli aventi diritto al voto si è sempre rivelata un macigno difficilmente sormontabile. Anche quando le competizioni elettorali sono accese la partecipazione al voto non è mai altissima.

Il referendum che si è consumato domenica era partito sommessamente e quasi nell’indifferenza dell’opinione pubblica. Si trattava di un aspetto molto controverso e di una questione giuridicamente intricata. Difficile schierarsi per il si o per il no.

Ad alzare il tono è stato proprio il Presidente del Consiglio con il suo reiterato invito a disertare le urne e a trasformare l’appuntamento referendario in una occasione per la sua legittimazione.

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LA BUFALA DEL “MICROCREDITO A 5 STELLE”

LA BUFALA DEL “MICROCREDITO A 5 STELLE”

ovvero come appropriarsi di qualcosa avendone solo lo 0,076%

NB: per i grillini se volete sapere la fonte dei 13 miliardi basta che scorriate il testo e troverete il linkOrmai da mesi e mesi, senza che nessuno si preoccupi di smentire questa vera e propria truffa che sconfina nel voto di scambio e nella circonvenzione d’incapace, il M5S spaccia la bufala del “loro” famoso microcredito alle PMI in crisi.Nessuno nel mondo dell’informazione “mainstream” ha ancora avuto il fegato di dire a questi cialtroni e falsari che il Fondo di Garanzia per le PMI è stato istituito nel 1996 dal Governo Prodi e che quindi esiste da quasi 20 anni, per cui non è un’invenzione del M5S:http://argomenti.ilsole24ore.com/parolechiave/fondo-garanzia.htmlNessuno inoltre ha ancora detto, in TV e sui giornali, che il M5S ha solo donato 10 milioni di euro, una goccia nell’oceano, a un fondo statale e pubblico che in 20 anni di attività ha erogato decine di miliardi. Nel solo 2014 ha finanziato più di 80.000 progetti, erogando alle PMI in crisi ben 13 miliardi: http://www.adnkronos.com/lavoro/norme/2015/07/27/mise-per-pmi-concessi-mld-fondo-garanzia_7x6SYRtUxi1lwPhEBTEpxI.html

Non fraintendeteci, ben vengano le donazioni se sincere e intenzionate ad aiutare persone o aziende in difficoltà. Ma non è accettabile che si faccia della squallida propaganda elettorale appropriandosi di meriti non propri sulla pelle di chi sta male.I propagandisti e falsari del M5S fanno passare la bufala secondo la quale sarebbe tutto merito loro, inventori dell’acqua calda passati come statisti e benefattori da un sistema di informazione penoso. E poi osano gridare e lamentarsi di censure, bavagli e mancanza di libertà di informazione?

V-E-R-G-O-G-N-A M5S

Sorgente: (8) Foto del diario – Guerriglia Antigrullina

L’elenco dei reati per i quali il pluripregiudicato criminale sequenziale a nome Fabrizio Corona è giustamente detenuto in galera

Giusto per sfatare la vulgata popolare del: “KE KORONA PER DUE FOTO E IN CALERA E LI ASASINI STRAKOMMUNITARI ZINCARI RON SONO LIBBERI!11!”

Corona criminale pluripregiudicato

  • Aggressione a pubblico ufficiale: condanna definitiva al risarcimento (2002-2009)
  • Infrazioni al codice della strada (2007-2009)
  • Processo Vallettopoli per estorsione (2007-2013)
  • Arresto, domiciliari (2007) e rinvio a giudizio (2008)
  • Caso Lapo Elkann, Francesco Coco e Adriano: condanna definitiva a 1 anno e 5 mesi di reclusione (2009-2011)
  • Caso David Trezeguet: condanna definitiva a 5 anni di reclusione (2010-2013)
  • Fuga in Portogallo e l’arresto: condanna definitiva a 7 anni e 10 mesi in continuazione (2013)
  • Banconote false: 1 anno e 6 mesi in continuazione (2008-2009)
  • Bancarotta fraudolenta e frode fiscale: condanna definitiva a 3 anni e 10 mesi (2008-2013)
  • Corruzione: condanna definitiva a 1 anno e 2 mesi (2007-2013)
  • Ricettazione
  • Diffamazione a mezzo stampa
  • Caso Barbara d’Urso (2010)
  • Truffa
  • Caso Baratto: 9 mesi in primo grado (2010-)
  • Caso Castaldo (2011-)
  • Violazione di domicilio: risarcimento e ritiro della denuncia (2011-2014)
  • Appropriazione indebita: pagamento dei danni e ritiro della denuncia (2011-2013)
  • Oltraggio a magistrato e falsa testimonianza (2013-)
  • Detenzione d’arma da fuoco: 5 mesi e 20 giorni in appello
  • Violazione delle misure cautelari
  • Filone di Taranto: 5 mesi in primo grado
  • Filone di Lanciano: 25.000 euro di multa
  • Evasione fiscale
  • Periodo d’imposta anno 2004: condanna definitiva ad 1 anno di carcere (2014) Fonte: Wikipedia.

Matteo destrutturato

Ancora una volta si è rivelata incontrovertibile la celebre sentenza di Abramo Lincoln: “potete ingannare tutti qualche volta e qualcuno per sempre, ma non riuscirete mai a ingannare tutti per sempre”. Di conseguenza, breve la vita felice di Matteo Renzi; il giovanotto che pretendeva di menare per il naso all’infinito la pur sfiancata (oltre che di bocca buona) pubblica opinione italiana. E che la recente tornata elettorale ha drasticamente ridimensionato; dopo i trionfalismi effimeri dell’anno scorso, con l’oltre 40 per cento dei voti incassato nella consultazione europea. La breve vita – dunque – dell’ennesimo virgulto di quello star system (sul macchiettistico) in cui è precipitata la politica italiana dopo l’avvento di Silvio Berlusconi; il quale continua tuttora a calcare la scena, nonostante un’inquietante mummificazione che lo ha trasformato in manichino da Museo Grévin, solo grazie alle rendite mediatiche a propria disposizione.   Continua a leggere

COMUNICATO STAMPA UNITA’ REPUBBLICANA: “Onorevole Berlusconi: giù le mani dal Partito Repubblicano!”

Qualcuno informi l’Onorevole Berlusconi che il Partito Repubblicano esiste e non da oggi, bensì dal 1895 e che è sempre stato, dal Risorgimento in poi, il più autorevole rappresentante di quella sinistra laica e democratica che, pur sempre minoranza, ha segnato le tappe decisive della crescita civile di questo Paese: dalla nascita dello Stato unitario, all’avversione alla monarchia, dalla sempre ferma opposizione al fascismo alla nascita della Repubblica. Nella storia dell’Italia repubblicana si è sempre posto alla guida delle grandi riforme strutturali, basterà ricordare: la liberalizzazione degli scambi, l’adesione al Patto Atlantico, la riforma agraria, l’intervento straordinario nel Mezzogiorno, il lungo impegno per la nascita del centro-sinistra e successivamente per l’allargamento della base democratica della vita politica italiana. Uomini del Partito Repubblicano hanno segnato la storia e la vita di questo Paese. Da Giuseppe Mazzini a Napoleone Colajanni, a Giovanni Conti a Randolfo Pacciardi, a Carlo Sforza, a Ferruccio Parri, a Ugo La Malfa, a Oronzo Reale, a Giovanni Spadolini, a Bruno Visentini. Una lunga storia di lotte politiche e di uomini coraggiosi alla quale Silvio Berlusconi è completamente estraneo. Si tenga la sua Forza Italia, un partito dal nome calcistico adatto alla sua dimensione e lasci stare i repubblicani e il Partito Repubblicano.

UNITA’ REPUBBLICANA
Associazione politica per l’Italia della ragione
Piazza D’Ara Coeli, 12 – 00186 Roma email: unitarepubblicana@gmail.com

“Siam pronti alla vita” lo stupro dell’inno nazionale e la retorica cattolica ‪#‎TeoCon‬ dell’Expo di CL e Opus Dei.

 

mameli

Un affronto ed uno stupro per la nazione tutta l’aver fatto cambiare le parole al l’inno di Mameli alla cerimonia di apertura di Expo 2015.

Di certo un messaggio simbolico di vittoria per Comunione e Liberazione e Opus Dei che regnano in Lombardia con i loro gruppi affaristici infiltrati in politica e criminalità.

Matteo Renzi sta davvero esagerando, è il peggio fra i peggiori, da Berlusconi a D’Alema, da Monti a Letta. È arrivato davvero il momento per la società civile di rimboccarsi le maniche e ribellarsi a questa dittatura a senso unico; questo affronto è la goccia che ha fatto traboccare il vaso; c’è un punto di non ritorno per tutto, e per Renzi è ormai arrivato da tempo.

Tutti gli uomini liberi e laici devono senza indugio e senza vergogna dichiarare guerra al renzismo.

La retorica dei cattolici sulla vita considera essi stessi quali unici depositari e massimi esperti del concetto di esistenza. Quando invece questi ultimi sono i peggiori ipocriti in tal senso, affidando al dogma del loro dio, l’arbitrio assoluto su nascita e morte.

Una vergogna questa concessione passiva all’ignoranza del dogma religioso in tempi di modernità, scienza, tecnologia e conoscenze in qualsiasi campo dello scibile umano.

Pasquale Caterisano

Centri di accoglienza, per la Misericordie Srl un impero a Isola Capo Rizzuto

La Misericordie Srl è l’impresa sociale che gestisce il Cara di Crotone. E possiede quote dell’areoporto Sant’Anna e della polisportiva di Isola Capo Rizzuto. Ora, grazie a un appalto, entrano anche nel centro di accoglienza di LampedusaDI RAFFAELLA COSENTINO

Da Isola Capo Rizzuto, che a dispetto del nome si trova sulla terraferma in provincia di Crotone, a una vera, importante, isola: Lampedusa. E’ il grande balzo fatto dalle Misericordie, che hanno conquistato la gestione del centro di primo soccorso e accoglienza di Contrada Imbriacola. Se ne è parlato ieri sera nella trasmissione “Servizio Pubblico” condotta da Michele Santoro su La7, durante la puntata dedicata alla Libia e alla fuga dei profughi.

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Governo “bomba” Renzi, il bilancio flop ad un anno dal suo inizio

Renzi pinocchio, bomba, bluff, ciarlatano, cialtrone, dilettante,

Fonte: Blog di Beppe Grillo

In questi giorni si celebrano i primi 365 giorni del governo Renzi. Vediamo quali promesse ha rispettato in questo primo anno di mandato:

L’art. 18 dello Statuto dei lavoratori: se le parole di Renzi avessero qualche valore, l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori non sarebbe mai stato eliminato. Nel 2009 Renzi dichiarava: “io ho detto che non ho trovato un solo imprenditore in 3 anni che faccio il sindaco che mi abbia detto, Caro Renzi io non lavoro a Firenze o in Italia perché c’è l’articolo 18. Nessuno me l’ha detto. Non c’è nessun imprenditore che ponga l’art. 18 come un problema. Mi dicono c’è un problema di burocrazia, di tasse, etc” (fonte). Renzi invece ha fatto esattamente il contrario: ha demolito lo Statuto dei Lavoratori, ha abolito l’art. 18, ha consentito il demansionamento, ha consentito di sorvegliare i dipendenti sul proprio posto di lavoro e ad oggi ha mantenuto in vita tutti i contratti precari. Confindustria e Marchionne ringraziano;

– Le grandi opere: una battaglia che il nostro Premier voleva combattere prima di andare al governo poi, però, anche questa volta ha cambiato idea. Nel novembre 2012 alla domanda le grandi opere sono prioritarie per il Paese? Il Premier rispondeva: “NO, per 3 motivi. Uno perché le grandi opere creano meno occupazione che le piccole opere. Due perché è dimostrato che le piccole opere che riducono la congestione del traffico hanno il miglior rapporto benefici/costi. Tre perché il ritorno economico è nettamente migliore per le opere più piccole” (fonte). Renzi invece ha fatto esattamente il contrario: ha varato “lo sblocca Italia”, un decreto legge che riguarda solo grandi opere pubbliche, tralasciando le piccole. Ha consentito di trivellare il Paese, avremo più cemento e appalti assegnati in via diretta, poteri infiniti dei Commissari sulle bonifiche,rischio idrogeologico, oltre a incrementare ulteriori scandali legati ad infiltrazioni mafiose;

– Il Pil e disoccupazione: temi che preoccupavano molto il Premier. Nel febbraio 2014 diceva: “In 5 anni il Pil ha perso 9 punti, la disoccupazione è raddoppiata al 12,6% e quella giovanile al 41,6%. Non sono numeri da crisi ma numeri da tracollo” (fonte). Il Premier cominciava il proprio mandato in maniera molto ottimista facendo una previsione di crescita del Pil del 0,8. Ottimismo che veniva subito sbugiardato dai dati Ocse che stabiliva un calo del Pil italiano dello 0,4%. Durante il suo mandato poi la disoccupazione in Italia è cresciuta arrivando a livelli storici, ovvero quella generale al 13,4% e quella giovanile al 43,9%.

– Abolizione delle Province: Renzi il “risparmiatore” dichiarava che con l’abolizione delle province si risparmia! Poi affermava “io dico prudenzialmente 3.000. 3000 persone che dall’elezioni del 25 maggio smetteranno di avere un’indennità della politica e troveranno l’ebbrezza di tornare al proprio lavoro”. “Alcuni potranno dire, è poco! Ma è un segnale importante. E’ arrivato il momento di dire basta al fatto che guadagnano sempre i soliti e si inizia a tagliare sui costi e sui posti della politica” (fonte). Belle parole quelle di Renzi. Peccato però che a conti fatti si è trattato solo di fuffa. Nessuna abolizione delle province è stata fatta, bensì un semplice riordino che addirittura ha creato ben 13 città metropolitane e quindi, anziché far risparmiare l’indennità delle 3000 persone a cui faceva riferimento ha esteso l’indennità a ben altri 26.000 nuovi Consiglieri comunali e ad altri 5.000 nuovi assessori (fonte). Una vera abolizione delle province, invece, avrebbe portato un risparmio di oltre 2 miliardi di euro per l’Italia. Alla faccia del risparmio!

– Riforma del Senato: secondo Renzi i costi del Senato andavano ridotti. Nel gennaio 2014 dichiarava: “1 miliardo in meno all’anno”. Ma purtroppo, anche in questa occasione il nostro Premier si è sbagliato di brutto. Dopo il parere chiesto dal Movimento 5 stelle alla ragioneria dello Stato è venuto fuori che il risparmio totale della riforma di Renzi è di 49 milioni all’anno e non di 1 miliardo. Ma non solo. Secondo Renzi il Senato sarebbe il colpevole dei ritardi delle riforme. Ma così non è. La colpa è del governo. Una volta che le riforme vengono fatte, sono i governi a dover dare attuazione. Se monitoriamo i ritardi burocratici che frenano l’operatività delle misure approvate dai governi Monti, Letta e Renzi vediamo come mancano ben 511 decreti attuativi. (fonte), per cui altra falsità detta dal Premier.  Continua a leggere